Giuseppe Giusti, nella prefazione alla sua monumentale raccolta di proverbi, rimprovera
agli scrittori di aver "corrotto" la versione originaria dei proverbi, sottraendogli così la
naturale freschezza e spontaneità che li contraddistingueva.
D'altra parte lo stesso popolo, o chi al popolo ha trasmesso i proverbi originari, ha
creato numerose varianti, a volte di significato simile, ma qualche volta in aperta
contraddizione col primitivo enunciato.
Vasco Pratolini ne "Le ragazze di Sanfrediano" sostiene che la contraddittorietà dei
proverbi è proprio il segno della verità che essi esprimono.
Io ritengo che i detti, i proverbi, esprimano più che la saggezza dei popoli, le loro
convinzioni, la loro esperienza: l'arguzia ma anche l'ingenuità, la fede ma anche la
superstizione, la loro personalità ma anche i pesanti condizionamenti a cui sono stati
sottoposti.
Gli scrittori non sempre riportano i proverbi nella loro versione originale: specialmente
quando non sono introdotti dal discorso diretto, vengono piegati alle esigenze stilistiche
o ai contenuti che si vogliano esprimere. Giampaolo Pansa ne " Il malloppo" stravolge
completamente il proverbio: "Meglio soli che male accompagnati" in "Meglio male
accompagnati che soli". Non lo fa unicamente per puro spirito di contraddizione, ma per
sottolineare che, nell'intreccio fra mondo della politica e mondo degli affari, le cattive
compagnie possono rivelarsi fonte di alti illeciti guadagni (il malloppo appunto),
attraverso la diffusa pratica della corruzione o della concussione.
Il filosofo Nietzsche in "Così parlò Zarathustra", sottolinea il predominio della
borghesia mercantile, parafrasando il proverbio: "L'uomo propone e Dio dispone",
sostituendo l'uomo con il principe e Dio con il mercante: "Il principe propone, e il
mercante dispone".
Da "La miglior vendetta è il perdono", lo storico catanese Santi Correnti ha tratto il
titolo di un libro sul linguaggio della mafia: "ll miglior perdono è la vendetta".
E, per rimanere in Sicilia, Gesualdo Bufalino in "Bluff di parole" ha tratto "Il Dio
frettoloso fa gli uomini ciechi" da "La gatta frettolosa fa i gattini ciechi".
"Al cuore non si comanda" diventa "Alla paura non si comanda" in Gaetano Salvemini, I
partiti politici milanesi nel secolo XIX . La paura è tutta di Carlo Alberto , re di
Sardegna, doppiamente terrorizzato dall'Austria e dalla Rivoluzione.
- Chi tardi arriva male alloggia.
- Chi trova un amico, trova un tesoro.
- Chi trova un tesoro, trova gli amici. (Giuseppe Fumagalli)