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Cuore ed emozioni: qual è il legame?

Mirco Longo
Mirco Longo
2025-05-24 23:19:58
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Il battito del nostro cuore gioca un ruolo a dir poco sorprendente nella percezione di come vediamo e sentiamo ciò che ci circonda. Test, ancora sperimentali, indicano che la contrazione e il rilassamento del cuore influenzano il modo in cui elaboriamo le sensazioni esterne e interne, incluso l’emozioni come il dolore. Il cuore possiede un complesso sistema nervoso con diversi tipi di neuroni, chiamati neuroni sensori, neurotrasmettitori e proteine come quelli del cervello. Il cuore nel 1983 è entrato a far parte del sistema ormonale per la presenza dell’ANF - fattore striale natriuretico - nonché ormone dell’equilibrio. L’ANF rilascia ormoni dello stress e influenza i nostri comportamenti e le nostre motivazioni, produce ossitoni, impattando largamente su aspetti emotivi. Diversi studi hanno evidenziato come il funzionamento armonico del battito cardiaco, promuova la stabilità emotiva e quindi un’ottima performance cogntiva. Quando proviamo emozioni positive in maniera sincera, come il prenderci cura di qualcuno, la compassione, l’amorevolezza, il ritmo cardiaco diventa coerente e comunica questo schema armonico al cervello e a tutto il corpo. Al contrario, quando sperimentiamo stress e emozioni negative, come frustrazione, dispiacere o ansia, il ritmo cardiaco diventa caotico e disordinato.
Elda Fontana
Elda Fontana
2025-05-18 16:33:32
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Le emozioni nascono nel cuore, e non nel cervello, dicevano i poeti. Uno studio analizza il meccanismo che ci porta a provare una specifica emozione a fronte di determinati stimoli e trova nel cuore la radice delle emozioni. L’attività cardiovascolare gioca un ruolo causale nell'iniziare e nel sentire una specifica emozione, e precede temporalmente l’attivazione dei neuroni della corteccia cerebrale. Non abbiamo la tachicardia perché abbiamo paura, ma la sensazione di paura è l’esperienza emotiva cosciente innescata dalla tachicardia. Un continuo e bidirezionale scambio di informazioni tra cuore e cervello sottende quindi l’intera esperienza cosciente dell’emozione e, soprattutto, della sua intensità. E’ l’attività cardiaca, e non quella cerebrale, a dare il via all’esperienza emotiva.
Renato Bianchi
Renato Bianchi
2025-05-13 18:08:22
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Per gli Egizi il cuore era la sede del pensiero, della memoria e delle emozioni, il responsabile del carattere. Nella Bibbia la parola cuore compare più di mille volte, motore di ciò che l’uomo decide di essere e fare ("Dio ci ha dato un cuore per conoscere, per pensare"). Da quel muscolo che con il suo battito lo culla o lo manda in tilt senza chiedere permesso. Altro che pompa meccanica, albergo di sentimenti vulnerabili. La memoria, signori, la conserviamo nel petto. Il cuore ha un cervello. Il cuore è un piccolo cervello con una complessa rete neuronale indipendente. Il muscolo cardiaco ha una sua mente e comunica con il cervello tanto da influenzare il modo in cui percepiamo il mondo, insomma è l’organo predominante che come nella Bibbia pensa, ascolta, decide, ama, giudica, ricorda. È lì che nascono le emozioni, non nel cervello.
Lina Fabbri
Lina Fabbri
2025-05-02 02:27:27
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Quando proviamo le emozioni il nostro corpo si modifica. A livello fisico, la felicità è l’unica emozione a irradiarsi per tutto il corpo, concentrandosi particolarmente sul petto e sulla testa. Le emozioni positive migliorano lo stato di salute bio-psichico e mentale, oltre ad avere una migliore funzionalità del sistema immunitario, una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e sono generalmente più soddisfatte della loro quotidianità e vita di coppia. C’è dunque una relazione essenziale tra le nostre emozioni positive, il nostro sistema nervoso e quindi le reazioni del nostro corpo: corpo e mente sono quindi inscindibilmente connessi da un legame molto stretto e l’uno influenza l’altro.
Marvin Lombardi
Marvin Lombardi
2025-04-25 10:01:23
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Il cuore detta legge al cervello. Nella fase dell'innamoramento c'è una strettissima correlazione tra ciò che avviene a livello neuronale e il nostro muscolo cardiaco. Alle emozioni degli innamorati, dunque, corrisponde un'attività particolare di specifiche aree del cervello, che poi muta e si evolve nel tempo. Per esempio, nella fase iniziale dell'infatuazione, il forte coinvolgimento emotivo fa scattare nel sistema nervoso centrale un segnale di allerta che attiva le ghiandole surrenali e innesca il rilascio di sostanze chiamate catecolamine.
Leone Longo
Leone Longo
2025-04-22 23:04:16
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Diverse ricerche pubblicate su prestigiose riviste scientifiche come PubMed hanno infatti dimostrato un'affascinante correlazione tra empatia e variabilità della frequenza cardiaca (HRV), un parametro che riflette la capacità del cuore di adattarsi ai cambiamenti del ritmo. Studi condotti su individui con alti livelli di empatia hanno rilevato una maggiore HRV, indicativa di un sistema cardiovascolare flessibile e resiliente. In altre parole, le persone più empatiche possiedono un cuore che si adatta con maggiore facilità alle fluttuazioni emotive, sia proprie che altrui. Questa flessibilità cardiaca si traduce in maggiore stabilità emotiva, capacità di gestione dello stress e una generale sensazione di benessere.
Marianna Marini
Marianna Marini
2025-04-13 13:41:21
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Le emozioni sembrano nascere davvero dal cuore, per poi influenzare il centro della nostra ragione, il cervello. Il cuore, il vero centro delle emozioni. Noi abbiamo invece evidenze del fatto che l’attività cardiovascolare gioca un ruolo causale nell’iniziare e nel sentire una specifica emozione, e precede temporalmente l’attivazione dei neuroni della corteccia cerebrale. Si innesca uno scambio di informazioni e segnali, continuo e bidirezionale, tra cuore e cervello che li lega indissolubilmente nel processo della creazione, e soprattutto nella regolazione dell’intensità delle nostre emozioni. L’attività cardiaca, e non quella cerebrale, a dare il via all’esperienza emotiva.
Pierina Giordano
Pierina Giordano
2025-04-03 19:06:56
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Proprio il cuore, e proprio come nelle canzoni, sarebbe in grado di rappresentare il "motore" e lo stesso attivatore delle reazioni del corpo di fronte ad uno stimolo. Lo studio analizza il meccanismo che ci porta a provare una specifica emozione a fronte di determinati stimoli, individuando nel cuore la radice delle emozioni, ed apre prospettive importanti in termini di possibili approcci ad ansia e depressione, che si associano spesso a rischio cardiovascolare aumentato. Noi abbiamo invece evidenze del fatto che l'attività cardiovascolare gioca un ruolo causale nell'iniziare e nel sentire una specifica emozione, e precede temporalmente l'attivazione dei neuroni della corteccia cerebrale. Un continuo e bidirezionale scambio di informazioni tra cuore e cervello sottende quindi l'intera esperienza cosciente dell'emozione e, soprattutto, della sua intensità. L'attività cardiaca, e non quella cerebrale, a dare il via all'esperienza emotiva.