:

Come salutare a Torino?

Marianna Vitali
Marianna Vitali
2025-04-09 09:05:23
Numero di risposte: 0
Cerea. Com’è? Va bin.
Fiorenzo Martinelli
Fiorenzo Martinelli
2025-03-27 18:54:57
Numero di risposte: 0
Cerea può essere usato autonomamente. Lo si può sentire composto in un bundì cerea. Ed è questa espressione a cominciare a gettare qualche luce, perché da questa formula di rispettoso saluto prenderebbero le mosse le successive alterazioni che riguardano la parola signoria, a partire dal latino senioriam – come spiega il vocabolario Treccani – trasformatasi nei secoli in un’iniziale serea. La diffusione di ciao, dapprima lungo tutto l’asse settentrionale, non soltanto si impose come saluto sempre meno reverenziale e sempre più confidenziale, ma al contempo impose la sonorità della c- iniziale che finì per trasformare per analogia quel serea nell’odierno cerea. Cerea a tüti, ne’!
Tristano D'angelo
Tristano D'angelo
2025-03-27 17:52:58
Numero di risposte: 0
Nel dialetto piemontese, il saluto formale per il commiato (cioè quando ci si separa) ha due formule: arvëddse e cerea. “Cerea” deriva dall'imperativo “chaire” del verbo greco “chairo” che significa “rallegrarsi”. Il vocabolario Treccani, infatti, attesta un'altra etimologia per questa “forma di saluto, in origine reverenziale, poi divenuta familiare, in uso nel Piemonte”: ovvero da serèa, col significato di “signoria” come sere significava “signore”. Cerea è un saluto alla “signoria”, usato come titolo di rispetto.
Simona Parisi
Simona Parisi
2025-03-27 17:00:32
Numero di risposte: 0
Nel lessico subalpino non manca né il “buongiorno” (bondì in piemontese), né la “buona sera” (bon-a sèira). Neppure manca il solare “ciao”, che in piemontese diventa ciàu, con la u finale. Ma il più originale di tutti i saluti in piemontese è senz’altro il “Cerea!”. C’è un’altra variante di cerea che non si può evitare di ricordare: il bondi-ciarèa, che riunisce in una sorta di gaio connubio due forme di saluto tipicamente piemontesi (bondì e cerea). Si sa: i piemontesi abusano spesso del nèh, il più caratteristico dei loro intercalari. Ma quando lo usano dopo il cerea, allora quel saluto si riempie di contenuti, di intensità, di schiettezza. Il cerea nèh! è più di un saluto: è una dichiarazione di stima e di affetto, una folata di ottimismo e di speranza.