Socrate cosa diceva?

Adriana Parisi
2025-03-31 17:30:46
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Secondo Socrate colui che rifiuta la legge del proprio Stato cessa di essere uomo, poiché la Legge è la massima espressione del patto di convivenza tra gli uomini. Dopo aver ricordato a tutti che all’uomo buono non può capitare alcun male, il filosofo si congeda da questa vita in modo anti-tragico accettando la morte con serenità. Secondo il suo parere la morte non è un male perché o chi muore non percepisce più nulla, quindi nessun dolore, oppure l’anima si trasforma per poi trasmigrare altrove. È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza. Il temere la morte altro non è che parere sapienti senza esserlo, cioè a dire, credere di sapere ciò che si ignora; poiché nessuno sa se la morte, che l’uomo teme come se conoscesse già che è il maggiore di tutti i mali, non sia invece per essere il più gran bene. Non la vita, ma la buona vita, deve essere principalmente apprezzata.

Domingo Grasso
2025-03-21 10:01:05
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Socrate professa l’intellettualismo etico: noi facciamo sempre ciò che crediamo sia il bene e se facciamo il male è per ignoranza. Allora, se l'azione scaturisce dalle premesse, è importante compiere un esame di sé.
Socrate infatti sostiene che o non corrompe i giovani o, se lo fa, lo fa involontariamente, perché a rendere peggiori coloro che ci circondano è evidente che potremmo in seguito ricevere dei danni. Per Socrate la virtù è conoscenza: l’uomo che conoscesse la giustizia sarebbe dunque un giusto, come l’uomo che conosce la matematica è un matematico.
Eppure Socrate confessa la propria ignoranza. Quest’ignoranza consapevole va intesa come una forma di sapienza, di conoscenza di sè: è la sapienza umana che, nell’Apologia, Socrate distingue dalla sapienza divina.
Coerentemente con tutto questo, la filosofia socratica è un metodo, una pratica: l’esame delle proprie e altrui opinioni. La sapienza socratica non ha contenuti, ma regole: è un "sapere-come" - per esempio un sapere come esaminare e come pensare - diversamente dalla sapienza divina, che sarebbe un "sapere-che" - per esempio un sapere che cosa è la giustizia.

Egisto Costantini
2025-03-21 09:54:16
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È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza.
Infatti, cittadini, aver paura della morte non è nient'altro che sembrare sapiente senza esserlo, cioè credere di sapere quello che non si sa.
Esiste un solo bene, la conoscenza, ed un solo male, l'ignoranza.
Costui crede di sapere mentre non sa; io almeno non so, ma non credo di sapere.
Ed è proprio per questa piccola differenza che io sembro di essere più sapiente, perché non credo di sapere quello che non so.
A colui che è buono non può accadere nulla di male, né da vivo né da morto.
Almeno per questo piccolo particolare, comunque sia, sembro più sapiente di lui: non credo di sapere quello che non so.
La morte è l'una o l'altra di due cose.
O è un annullamento e i morti non hanno coscienza di nulla; o, come ci vien detto, è veramente un cambiamento, una migrazione dell'anima da un luogo ad un altro.
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