Come chiamare chi non vuole spendere?

Benedetta Negri
2025-03-29 07:21:30
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Numerosi sono invece i sinonimi di avaro, il più comune dei quali è tirchio. Più formale è gretto mentre di valore leggermente attenuato (o eufemistico) è tirato.
D’uso familiare e spregiativo (ma talora anche scherzoso) sono pidocchioso, spilorcio, taccagno e il regionale micragnoso, che indicano una tirchieria particolarmente accentuata e fastidiosa, perché riferita anche a spese minime. Meschino può essere un sinonimo ricercato di tirchio.
Si tratta dei famigliari (spregiativi o scherzosi) pittima, pidocchio e pitocco. Tipico del dialetto romanesco è pulciaro.

Renata De Santis
2025-03-29 06:40:16
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Parsimonioso, risparmiatore, risparmiatrice, o anche solo attento. Queste sono parole più neutre e un po' più positive, mentre le altre (taccagno, tirchio, avaro, spilorcio) sono del tutto negative.

Caligola De luca
2025-03-29 06:19:08
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L'ossessione per il risparmio è stata denominata "iperopia".
Negli Stati Uniti gli psicologi hanno ribattezzato questo disturbo come "iperopia", sinonimo del più noto termine ipermetropia.
Perché, proprio come nel caso del disturbo visivo, le persone ossessionate dal risparmio hanno solamente una visione del lungo periodo ma non riescono a vivere il presente a causa della paura di non avere abbastanza denaro nel futuro.
Chi ne soffre cerca di spendere poco in previsione di eventuali problemi nel futuro o durante la vecchiaia.
Nonostante il risparmio possa sembrare un atteggiamento prudente, chi soffre di questo disturbo porta questa tendenza all'estremo.
La vita nel presente viene ridotta al massimo per prevenire un'eventuale mancanza di denaro nel futuro.
Il risparmiatore ossessivo, invece, ha una paura irrazionale di ipotetici problemi economici e della povertà.

Rosalia D'angelo
2025-03-29 05:30:48
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Le persone che accumulano beni e denaro e mostrano disagio di fronte alla possibilità di separarsene, misurando ogni piccola spesa e soffrendo all’idea di ogni ipotetico spreco, quando non ci sono ragioni oggettive che giustifichino tale atteggiamento, sono definite “avare”. L’avarizia non ha a che fare con lo status socioeconomico, naturalmente ognuno può, o almeno dovrebbe, spendere secondo le sue possibilità e in relazione alle sue necessità. Ci riferiamo, piuttosto, ad un profilo psicologico che si associa, in misura variabile, ad altre caratteristiche specifiche: tendenza all’organizzazione e al controllo, attenzione all’ordine e all’igiene, cura dei dettagli, scrupolosità e perfezionismo, ostinazione e testardaggine. L’avaro è caratterizzato da una certa ostilità inconscia che si esprime nel suo mondo affettivo. L’ossessività dell’avaro e il suo attaccamento ai beni materiali si basano su un meccanismo di spostamento, per cui le proprie angosce esistenziali vengono convogliate su qualcosa di concreto, dunque controllabile, in modo da essere il più possibile arginate.

Emidio Giuliani
2025-03-29 04:07:42
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Questa espressione, invece, si riferisce ad una persona che, al contrario di quella sopra, non é contenta di spendere soldi, vuole sempre risparmiare ed evita di comprare, pagare ecc… In italiano si dice avaro o spilorcio ma ci sono anche molte espressioni locali come “tirchio” che si dice soprattutto a Roma e nel Lazio.

Arduino Sala
2025-03-29 03:45:35
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avaro, (spreg.) rognoso, (fam.) sparagnino, (spreg.) spilorcio, (spreg.) taccagno, tirchio.
(fam.) tirato.
economizzatore, risparmiatore.
↑ avaro, (spreg.) pitocco, (spreg.) spilorcio, (spreg.) taccagno, tirchio.

Radames Greco
2025-03-29 02:48:50
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Le persone che ne soffrono sono infatti portate a mettere continuamente soldi da parte con un atteggiamento morboso verso il risparmio, privandosi di tutte quelle piccole concessioni che potrebbero alleggerire il quotidiano, perché preoccupate e ansiose di non riuscire a far fronte a eventuali spese future, anche se in realtà dispongono del denaro sufficiente. Il risultato è quindi un presente fatto di ristrettezze e rinunce quotidiane, che si tratti di un caffè con gli amici, di un paio di scarpe o di un fine settimana fuoriporta, che può portare all’infelicità e, in casi estremi, anche alla depressione. Come spieghiamo da sempre, risparmiare significa accantonare denaro per realizzare i nostri sogni, saggia disposizione nella gestione del denaro da non confondere con l’avarizia, quell’eccessivo ritegno nello spendere e nel donare, per un gretto attaccamento al denaro e a ciò che si possiede, che, nella dottrina cattolica, rappresenta uno dei sette peccati capitali!
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